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CBD per lesioni cerebrali traumatiche

CBD per lesioni cerebrali traumatiche: la somministrazione orale riduce i livelli di morte neuronale negli animali

L’utilizzo del cannabidiolo (CBD) per trattare lesioni cerebrali traumatiche sta attirando sempre più l’attenzione a livello medico e scientifico. Studi recenti hanno dimostrato che la somministrazione orale di CBD può avere un effetto protettivo sul cervello e ridurre i livelli di morte neuronale in animali che hanno subito una lesione cerebrale traumatica.

Le lesioni cerebrali traumatiche sono un problema serio per la salute e possono avere conseguenze gravi e a lungo termine. Esse possono essere causate da una vasta gamma di fattori, tra cui cadute, incidenti stradali, infortuni sportivi e abuso fisico.

I sintomi di una lesione cerebrale traumatica possono variare da lievi a gravi e includono confusione, perdita di coscienza, nausea, mal di testa, convulsioni, problemi di memoria e disturbi del comportamento. Se non trattate, le lesioni cerebrali traumatiche possono portare a problemi di salute a lungo termine come la disabilità, la depressione e l’ansia.

CBD: una soluzione promettente per le lesioni cerebrali traumatiche

Il CBD è un composto naturale che si trova nella pianta di cannabis e che è stato dimostrato avere proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e neuroprotettive. Queste proprietà terapeutiche rendono il CBD una soluzione promettente per il trattamento delle lesioni cerebrali traumatiche.

Recenti studi hanno dimostrato che la somministrazione orale di CBD può avere un effetto protettivo sul cervello e ridurre i livelli di morte neuronale negli animali che hanno subito una lesione cerebrale traumatica. Questi risultati suggeriscono che il CBD potrebbe essere un trattamento efficace per le lesioni cerebrali traumatiche e potrebbe aiutare a ridurre la disabilità e migliorare la qualità della vita delle persone colpite da questo tipo di lesione.

L’importanza della ricerca continua

Sebbene i risultati siano promettenti, è importante continuare a condurre ulteriori ricerche per confermare l’efficacia del CBD per il trattamento delle lesioni cerebrali traumatiche. Questo tipo di lesione è complesso e può causare molte conseguenze a lungo termine, quindi è importante che la ricerca continui ad esplorare nuove soluzioni e a migliorare i trattamenti con CBD.

Questo studio è stato condotto dalla dottoressa Luisa Rocha in collaborazione con un folto gruppo di scienziati messicani.

“Attraverso questo studio controllato, siamo stati in grado di osservare che la somministrazione orale di cannabidiolo durante i sette giorni precedenti a un infortunio ha contribuito a evitare il rilascio eccessivo di glutammato risultante da un trauma cerebrale, un effetto associato a una diminuzione della mortalità nei neuroni. In questo studio, è stato anche dimostrato che l’applicazione del CBD ha aiutato a migliorare il sensomotorio”, ha affermato la dottoressa Rocha.

Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. Livelli anormalmente elevati di glutammato portano a un processo chiamato eccitotossicità, che può portare alla morte dei neuroni.

Rocha ha aggiunto:

“I risultati ottenuti in questo studio aiutano a capire come l’applicazione orale del cannabidiolo riduca l’eccitotossicità causata da lesioni cerebrali traumatiche a lungo termine e faciliti il ​​recupero funzionale. In effetti, il trattamento con CBD pre-infortunio è stato sufficiente per ridurre le conseguenze di una lesione cerebrale traumatica.”

Blake Schroeder, CEO di Medical Marijuana, ha dichiarato:

“La dimostrazione clinica del potenziale terapeutico del CBD è al centro dell’etica della nostra azienda e i risultati di questo studio dimostrano ulteriormente il valore terapeutico del CBD. Attraverso le nostre iniziative di ricerca continuiamo a dimostrare come il CBD possa influenzare positivamente i pazienti di tutto il mondo. Mentre gli istituti di ricerca finanziati a livello federale negli Stati Uniti sono stati lenti ad abbracciare la ricerca basata sulla cannabis, gli istituti latinoamericani hanno svolto questo tipo di ricerca in collaborazione con la nostra azienda per anni. Continueremo a portare avanti la ricerca in Messico e in Brasile, dove stiamo perseguendo la registrazione farmaceutica dei nostri prodotti”.

Gabriella Creaturini

Nutrizionista e appassionata di prodotti naturali.

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